Oggi incontriamo Eleonora Sciascia, ostetrica di Fondazione Guzzetti.
Eleonora, hai sempre voluto fare l’ostetrica?
Sicuramente in una famiglia numerosa come la mia sono sempre stata a contatto con i bambini e con il concetto di maternità. Quando ho dovuto scegliere negli ultimi anni del liceo, ho iniziato a capire che avevo tante domande attorno alla nascita. Mi sono iscritta a ostetricia e lì incontro Sabina Dal Verme, uno degli incontri fondamentali nella mia vita.
Perché?
Era una nostra docente del corso di laurea ed era una delle fondatrici del Centro donne migranti all’ospedale san Paolo di Milano. Il suo modo di essere ostetrica mi ha fatto capire che non volevo fare l’ostetrica, ma essere ostetrica. Uno dei bisogni delle donne è quello di parlare con l’ostetrica di salute femminile e di sè a 360°, anche di sessualità.
Qual è il ruolo delle ostetriche in questo senso?
E’ importantissimo. Noi ostetriche accompagniamo le donne in gravidanza, le assistiamo durante il parto e nel post-parto. Personalmente dopo la laurea triennale e le tantissime ore di tirocinio sul campo, mi sono accorta che nella mia formazione mancavano una serie di informazioni attorno alla salute sessuale e all’intimità.
L’evento nascita è altamente intimo e sessuale…
Certo! Ossitocina, endorfine: sono proprio gli ingredienti del piacere sessuale. Ho deciso di diventare consulente sessuale e nella laurea magistrale ho scritto una tesi sull’accompagnamento delle donne in gravidanza con forme di disabilità psico-motoria, in particolare con sclerosi multipla.
Mentre ti formavi, però, hai cominciato a lavorare molto sul territorio.
Sin dalla triennale avevo capito che l’esperienza ospedaliera non avrebbe fatto al caso mio. La figura dell’ostetrica in ospedale è troppo sporadica. Io ho sempre desiderato seguire le donne più a lungo e più da vicino.
In Fondazione Guzzetti ti occupi anche di progetti nelle scuole. Come mai?
Perché in Fondazione Guzzetti crediamo che ci sia debba prendere cura della salute femminile già prima della maternità, sin dall’epoca scolastica. Vogliamo che negli studenti si costruisca sin dalla tenera età una cultura della salute femminile. Dal mio punto di vista è necessario anche un lavoro preventivo delle fatiche nelle coppie, in modo da poter informare e formare la coppia preparandola su ciò che accadrà: dinamiche, cambiamenti, relazioni… Del resto la struttura sociale in cui vivono oggi le coppie è molto diversa rispetto a quella che hanno vissuto i loro genitori: spesso le famiglie d’origine sono lontane, non si può contare sul sostegno dei nonni. In consultorio ci confrontiamo molto tra operatori sui casi di coppie che nei primi anni di matrimonio o convivenza affrontano grandi fatiche.
Quanto è importante il lavoro delle ostetriche nelle scuole?
E’ fondamentale. I ragazzi devono conoscere il loro corpo e il funzionamento del loro apparato genitale con un approccio differente rispetto a quello cui siamo abituati. Dobbiamo imparare tutti a sentire il nostro corpo qui ora.
Che cosa significa per te lavorare nei consultori di Fondazione Guzzetti?
Per me è fondamentale offrire un servizio gratuito, che si allontani dalla mercificazione che ora c’è attorno alla salute e alla maternità. Avere accanto una figura professionale e competente in materia di nascita è al centro dell’assistenza alla maternità del futuro. Il consultorio può offrire un’alta competenza grazie alla figura dell’ostetrica. E siamo convinte di poter fare un grandissimo lavoro insieme.