L’esperienza della pandemia e del lockdown ha comportato, per tutti, grandi cambiamenti nella vita quotidiana.
C’è stata innanzitutto la paura per il contagio. Poi il cambiamento drastico della quotidianità lavorativa, scolastica ed affettiva.
Ed ora, con la fase 2 e la fase 3, ci sono i dubbi e le incertezze della ripresa.
Per ripartire nel migliore dei modi, risulta efficace condividere in piccolo gruppo i vissuti, le paure, le ansie, ma anche le riscoperte potenzialità.
Ecco perché Fondazione Guzzetti propone incontri di gruppo online, dalle 17.30 alle 19.00 secondo un calendario specifico dei due consultori di riferimento che attivano la proposta: Kolbe e Mancinelli.
Mentre quelli di Kolbe martedì 7, 14 e 21 luglio.
Per maggiori informazioni contattare le rispettive segreterie:
Mancinelli: 02.2828288 – info@consultoriomancinelli.it
Kolbe: 02.7006393 – info@consultorio-kolbe.it
Incontriamo Sara Ciapponi, coordinatrice di equipe in Mancinelli e psicoterapeuta in Kolbe.
Risultano molte le questioni problematiche sottostimate, soprattutto relative a bambini e ragazzi. Che cosa fare ora?
“I bambini hanno pagato il prezzo più alto, durante l’emergenza Coronavirus.
La scuola e le attività di tempo libero hanno chiuso prima degli uffici e delle attività lavorative degli adulti. Ogni sistema di socialità è venuto meno.
I bambini inoltre hanno avuto poco accesso a chiarimenti logici e spiegazioni sensate di ciò che stava accadendo. C’è anche da dire che i ragazzini si adeguano molto presto e molto meglio degli adulti ai cambiamenti della vita quotidiana.
Tuttavia, questa loro sofferenza non ha avuto molta risonanza e ce ne siamo occupati poco come società.
Oggi registriamo molte regressioni nella fascia dei piccoli, fino ai ragazzi di 12-13 anni”.
Ad esempio?
“Perdita di autonomia scolastica, perdita del sonno o grossi squilibri sonno-veglia, regressione delle piccole autonomie quotidiane (mangiare da soli, vestirsi da soli), incapacità nel gestire il tempo libero, aumento dell’irritabilità.
Preadolescenti e adolescenti hanno vissuto l’inversione notte- giorno, chattando fino alle tre di notte e non riuscendo poi a collegarsi per le lezioni online, a causa del sonno”.
Si registra anche un alto incremento del ritiro scolastico e del ritiro sociale.
“E’ un malessere manifestato sottotraccia, che non direttamente dipende dal Covid, ma che sicuramente è stato enfatizzato da questo periodo”.
Le proposte di gruppo online di Fondazione Guzzetti possono aiutare ad affrontare problemi come questi?
“Certamente. Purtroppo al momento possiamo fare solo gruppi online, perché in presenza non ci è ancora consentito.
Ma è necessario non far passare troppo tempo, per fare emergere tutto ciò che non si è affrontato prima.
La piattaforma che abbiamo scelto ci garantisce di lavorare in modo professionale e garantire la privacy adeguata.
E’ molto importante condividere problematiche simili, perché ci si rende conto che questo periodo difficile è comune a tutti. Condividere le fatiche consente anche di poter condividere le risorse, oltrepassando l’indicibilità che per paura, per pudore o per vergogna blocca tante persone”.