Incontriamo Selene Siria Alessandro, ostetrica di Fondazione Guzzetti. E con lei parliamo di famiglia, proprio in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia, istituita nel 1993 dall’Onu, nata con l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza sui processi sociali, economici e demografici che coinvolgono le famiglie nel mondo.
Che cosa significa essere famiglia oggi?
Penso che essere famiglia oggi sia un concetto molto complesso e articolato da definire.
Quello che posso osservare nella mia pratica ostetrica è uno dei processi più sconvolgenti e rivoluzionari di una famiglia, cioè la nascita di una nuova vita. La famiglia provvede alle necessità di ogni individuo che la compone e promuove la trasmissione di valori norme ed esperienze.
La gravidanza è la creazione di una nuova persona che apprende già tantissimo nell’utero materno e continuerà a farlo soprattutto nei primi anni di vita. Il neonato è una persona che, attraverso l’espressione dei suoi bisogni, trasforma la famiglia in cui arriva. Ogni nuovo individuo che viene accolto nella famiglia, porta con se tantissime esperienze del passato, raccoglie la storia delle famiglie antenate, portandola ai giorni d’oggi. Tant’è che nell’essere famiglia ci possono essere conflitti e avversità che si tramandano di generazione in generazione.
Occuparmi delle donne e delle famiglie che devono accogliere una nuova persona nel proprio nucleo è molto importante per far sì che il bambino o la bambina possa “atterrare” su un terreno morbido e rigoglioso.
Selene Siria Alessandro
Quali sono le principali sfide di una famiglia oggi?
Credo che le famiglie oggi non siano molto tutelate nella loro genitorialità.
Spesso le condizioni economiche e lavorative non permettono alla coppia di vivere appieno l’arrivo del proprio bambino.
La sfida per il futuro? Ottenere delle leggi sulla maternità e sulla paternità che possano veramente tutelare i genitori, leggi che dovrebbero tener conto della fisiologia della gravidanza e di un bambino. Il futuro che immagino è un futuro costituito da leggi che garantiscano l’equità, dove la donna può essere libera di esprimere la sua maternità senza paura e preoccupazioni verso il lavoro, dove il padre si senta legittimato e tutelato a sospendere il lavoro per diversi mesi e dove anche i nonni possano essere inclusi in un progetto di legge che garantisca loro la possibilità di esserci per i propri figli e nipoti. D’altronde – come cita un antico proverbio africano – “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”.
Fondazione Guzzetti nei percorsi di preparazione al parto ha deciso di mettere l’accento sulla preparazione della coppia al momento del parto. Perché questa decisione?
Certamente, la preparazione della coppia è fondamentale.
La donna in gravidanza è al centro dell’assistenza sanitaria, ma nei corsi di accompagnamento alla nascita è possibile includere e rendere partecipe anche il partner. Diversi studi dimostrano che la donna accompagnata da un persona di fiducia vive meglio e con più serenità la gravidanza e il parto. Risulta importante rendere consapevole la donna e chi la accompagna delle potenzialità, dei diritti e delle possibili scelte di cui ci si può avvalere. La responsabilità della nascita e della crescita di un bambino non è solo di competenza della donna, ma anche del partner. Ecco perchè diventa importantissimo includere i padri fin da subito nel percorso nascita come parte attiva e responsiva.
Quanto conta la genitorialità di coppia nella preparazione al parto e nei primi mesi di vita del bambino?
Tantissimo perché è un allenamento che parte dalla gravidanza, dove il bambino è in relazione con i genitori in una specifica modalità, e continua nel momento del parto e poi per tutta la sua vita dopo la nascita. Spesso le relazioni che prendono forma nel periodo di endogestazione (9 mesi di gravidanza) sono molto simili al periodo di esogestazione (9 primi mesi dopo la nascita). Infatti si può osservare che i primi mesi di gravidanza e del dopo parto sono sempre i più delicati, sono i periodi dell’inizio, delle novità, delle scoperte, spesso accompagnate da un po’ di malessere fisico, da grandi gioie, ma anche da angosce e da ambivalenze. Vivere insieme le modificazioni del corpo, condividere le emozioni, le esperienze, le aspettative e le scelte sin dalla gravidanza aiuta a vivere con più serenità e gradualità la grandissima trasformazione che porta un bimbo o una bimba nella famiglia.
Selene Siria Alessandro, ostetrica Fondazione Guzzetti