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Ragazzi, non smettete di fare sport! – di Anna Carla de Simone

“Ho trascorso la mia infanzia tra i monti, a Gressoney, un piccolo paese della Val d’Aosta. D’inverno tanto sci, sport competitivo individuale, ma in una squadra. D’estate tanta libertà: correre nei prati, spericolatezza in bici, e anche stare sola con me stessa e con le mie sensazioni. Credo che questi anni siano stati imprinting rispetto alla relazione con il mio corpo”.
Racconta così Anna Carla de Simone, operatrice di Fondazione Guzzetti, la sua infanzia e il suo rapporto con lo sport che ancora oggi è parte integrante della sua vita di donna e di madre.
“Tornata a Milano, la scoperta della ginnastica artistica, di nuovo uno sport individuale, immerso in relazioni di crescita. E poi il tennis, la vela, e di nuovo lo sci, questa volta d’alpinismo: l’ascolto di sé in un continuo scambio tra dentro e fuori, un’esperienza fisica, emotiva e anche spirituale. Il passo ritmato nelle salite, immersi nel silenzio delle montagne e le discese su manti immacolati, in un equilibrio tra rispetto e piacere. Puro, pulito, presente”.
La passione per lo sport, per il movimento, si è evoluta negli anni, accompagnandola sempre, e anche oggi, nella sua professione di psicoterapeuta.
“Sono arrivata allo studio e all’insegnamento dello yoga e della meditazione, in una continua ricerca di approfondimento e integrazione. Portare il corpo in terapia significa per me trovare nuovi accessi di consapevolezza di sé. Considero la relazione con il corpo risorsa chiave per il benessere”.

Che cosa ne pensi del provvedimento che di fatto vieta la pratica dello sport di gruppo, in relazione soprattutto alla fascia d’età più giovane (bambini/ragazzi/adolescenti)? Che ripercussioni può avere sul loro equilibrio psicologico? E che conseguenze dobbiamo aspettarci a lungo termine?
“Di decreti ne esce uno alla settimana: fatico a stare dietro sia all’evolvere delle indicazioni sia alla loro completa comprensione, anche per quel che riguarda la mera applicazione. Come me, faticano anche gli stessi dirigenti responsabili delle squadre, dalle amatoriali alle agonistiche. Lo dico da psicologa, che lavora in ambito sportivo, e da madre di tre maschi parecchio coinvolti.
Crescere nello sport significa divertirsi, allenarsi a scoprire i propri limiti e talenti, crescere in autostima e autonomia. Gli sport di squadra aiutano a coltivare caratteristiche positive fondamentali per lo sviluppo del quoziente emotivo: cooperazione, responsabilità, empatia. 
É anche importante tenere a mente che “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”: non conta solo la condivisione con i coetanei, ma anche gli allenatori giocano un ruolo chiave, diventando punti di riferimento, educatori ai quali rivolgersi anche in situazioni di crisi, non esclusivamente in ambito sportivo.
Interrompere le routine dei giovani, soprattutto dei più giovani, significa mettere a dura prova interi sistemi familiari già in stress e in continua riorganizzazione. Pensiamo ai genitori che hanno spostato la propria sede di lavoro in casa già da mesi. In un momento in cui non si possono nemmeno frequentare gli amici, è importante che i bambini, gli adolescenti (e possibilmente anche gli adulti!) continuino a svolgere le proprie attività fisiche, fioriscano nelle proprie abilità e passioni”.

In che modo si può mantenere un rapporto sano con lo sport e una pratica giusta dell’attività sportiva, rispettando le normative anti-Covid?
“Svolgere un’attività fisica con regolarità, da soli o in compagnia, al chiuso o ancora meglio all’aperto, anche d’inverno, aiuta ad affrontare le fatiche della situazione nella quale ci troviamo. Mobilità e flessibilità, forza e tonicità, equilibrio, anche una corretta postura, oltre a stimolare il nostro sistema immunitario, contribuiscono a farci sentire più sicuri di noi, delle nostre competenze e possibilità. Perché l’attività fisica dia benefici reali è bene sia praticata con costanza e moderazione.
Inutile, se non addirittura controproducente, esagerare un giorno e non fare nulla gli altri sei.
Il mio augurio è che, anche se dovessero arrivare a chiudere tutto, il contesto attuale possa essere occasione per rivedere i nostri “podi”, le nostre priorità di benessere e il corpo possa rientrarvi a pieno titolo con una passeggiata quotidiana all’aria aperta, con balli da soli o familiari in un vivace scambio di musica con i nostri figli e, perché no, sfruttando le proposte online alla scoperta di nuove attività che sentiamo ci facciano proprio bene.
Che il richiamo all’essenziale, dato dal contesto, possa portarci a sentire guida e occasione autentica il principio classico mens sana in corpore sano”.


Anna Carla de Simone – biografia professionale
Psicologa, Psicoterapeuta, Terapeuta Esperta in EMDR.
Si occupa di terapie individuali, familiari, con bambini e adolescenti, e di coppia, considerando sia l’aspetto coniugale sia genitoriale.
L’approfondimento delle esperienze traumatiche e dei loro effetti, sull’individuo e sul sistema familiare, la porta ad adottare un approccio integrato che tenga sempre consapevolmente presenti i tre livelli corpo-emozioni-pensieri.
Dalla ricerca di integrazione nasce anche il suo approfondimento dello yoga e della meditazione.
È consulente presso il centro Ribor oltre che presso il Consultorio Familiare Mancinelli (Fondazione Guzzetti), il CPPA (Centro di Psicoterapia e Psicotraumatologia Avanzate) e collabora con diverse società come psicologa dello sport.
Ha partecipato alla fondazione dei centri Mara Selvini per la Cura del Bambino di cui é socio.